20 Luglio, 2021
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Il valore della bellezza e del saper fare italiani, volani economici e di ricchezza immateriale: dati e tendenze

Lo studio Confindustria, Sace e Unicredit sul valore del “BBF” , il  Bello e Ben Fatto del Made in Italy

La valorizzazione dei Marchi italiani quale leva di competitività del Made in Italy nel panorama internazionale che cambia e l’importanza della riconoscibilità del BBF Italiano, il Bello e Ben fatto che vale 135 miliardi di Euro, analizzati nel recente Studio di Confindustria in collaborazione con SACE gruppo CDP e Unicredit Esportare la Dolce Vita

Il potenziamento dei nostri marchi Storici, può a maggior ragione contribuire a rafforzare la visibilità del Made in Italy, radicandolo nella solidità della tradizione.

Il rapporto evidenzia come “La facilità di riconoscere l’italianità come caratteristica di un prodotto e di apprezzarla si è affermata nel tempo in tutto il mondo, motivo per cui i consumatori sono disposti a riconoscere un valore superiore a un bene made in Italy e a pagare di più per averlo, preferendolo ai competitor. Il BBF e i suoi tratti distintivi sono la bandiera dell’italianità nel mondo. Il BBF racchiude in sé tutti quei beni che rappresentano l’eccellenza italiana in termini di territorio, cura nei dettagli, qualità dei materiali e delle lavorazioni. Si tratta di prodotti di elevata qualità che si distribuiscono in tutti i comparti produttivi, ma che trovano la loro massima espressione nelle produzioni maggiormente legate al gusto e alla creatività. Da questo punto di vista, il BBF è l’espressione più facilmente riconoscibile del made in Italy, riprendendo i tratti più caratteristici dell’ heritage culturale dell’Italia, delle sue tradizioni, dei suoi paesaggi e delle opere d’arte, contribuendo a comporre l’immagine dell’Italia produttiva. In questo senso il “bello e ben fatto”, oltre a rappresentare una quota importante dell’export italiano nel mondo, fa da volano a tutte le esportazioni italiane, avendo un valore non solo economico, ma anche immateriale.

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